Mario Gagliardi – uccisione (cippo)

intestata1909B

Testo della scheda

In loc. Alberaccio, Radda in Chianti, presso il bivio per Selvole, il 15 giugno 1944 viene catturato al mattino e poi alla sera fucilato il giovane Mario Gagliardi.

Nella zona di Radda in Chianti agisce una formazione di partigiani provenienti dal valdarno aretino e che diventerà poi parte della Brigata Garibaldi “Potente”.
La banda compie alcune azioni ai danni dei tedeschi in transito lungo le strade, anche nel momento dell’avvicinarsi del fronte. Nella notte tra il 14 e il 15 giugno 1944, i patrioti gettano una bomba contro un camion che percorre la strada che collega Radda a Castellina (Siena), uccidendo un tedesco. Scatta quindi la rappresaglia.

Nel corso della mattina il proprietario terriero per cui lavora Mario Gagliardi viene fermato sulla strada, dai partigiani che lo rilasciano con la promessa che gli avrebbe inviato da mangiare. Il Gagliardi viene così inviato a portare un paniere con pane e vino ai partigiani ma, arrivato nel punto della strada, in località Alberaccio, dove doveva incontrare i partigiani, trova dei militari tedeschi che cercavano i partigiani e che lo catturano. Bruciate alcune case poste vicino, i tedeschi girarono per tutto il giorno con il prigioniero percuotendolo, poi, a sera, lo riportarono all’Alberaccio e lo fucilano con sei colpi, tre alla tempia e tre alla faccia.

Altri due civili vengono uccisi già alle ore 7 (ndr del 15 o del 16 giungo ? sulla lapide dei due coniugi è scritto il 16) di mattina in quanto transitano lungo la strada, Panti Angiolo e Pescini Iolanda. Settimio Cresti che è con loro riesce a salvarsi.

Note sui procedimenti penali – Nel 1945 fu istruito un procedimento per strage nei confronti di tale tenente. Al procedimento, in cui alle vittime fu attribuito erroneamente il nome di Ponti Angelo e Piscini Iolanda, fu assegnato il numero 15 nel registro di accompagnamento dei fascicoli sui “Crimini commessi dai nazifascisti in Italia durante l’occupazione”. Questo fascicolo, assieme ad altri 2273, venne riposto in una armadio presso la Procura generale militare di Roma e lì rimase, provvisoriamente archiviato per più di 40 anni fino al 1994. Quando, “scoperto”, è divenuto famoso con il nome di “Armadio della vergogna”. Il fascicolo fu allora trasmesso alla Procura Militare di La Spezia l’11/11/1994. Il 20/08/2001 fu definitivamente archiviato.
Procedimento nel dopoguerra anche a carico del proprietario terriero, accusato dai parenti di Gagliardi di aver mandato il congiunto allo sbaraglio.

dalla scheda di G.Betti, M.Conti , Radda in Chianti, Siena, 15-16.06.1944 (http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4025) visitata il 04/05/2020

Bibliografia

http://www.straginazifasciste.it : Episodio di Radda in Chianti 15-16.05.1944

http://resistenzatoscana.org/

Documentazione fotografica

Note

 

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