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Localizzazione Il sito archeologico di Poggio La Croce si trova a poco più di un chilometro dal capoluogo del Comune Radda in Chianti. E' situato su un'altura a 633 metri sul livello del mare che è posta sulla dorsale collinare spartiacque fra il fiume Pesa ad ovest e il fiume Arbia ad est. Si raggiunge percorrendo la statale che da Radda in Chianti conduce a Castellina in Chianti prendendo l'ampio sentiero che si incontra dopo trecento metri dalla frazione La Croce sul lato destro della statale stessa, presso l'Hotel Radda. Il sentiero, misura 800 metri e solo il tratto finale presenta qualche difficoltà di percorrenza per la ripida salita. Si può tranquillamente arrivare sulla sommità in poco meno di un quarto d'ora di cammino. L'area è didascalizzata. |
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Ricerca L'attività di scavo archeologico a Poggio La Croce è iniziata nel 1989, viene condotta con campagne annuali di circa trenta giorni. Dal 1995 il mese principale in cui si svolgono le attività di scavo è Ottobre. Lo scavo è inserito nella manifestazione "Mese per l'Archeologia del Chianti" realizzata per far conoscere le iniziative presenti sul territorio chiantigiano nel settore dei Beni Culturali sia per quanto riguarda la ricerca che la fruizione. Sul sito, che misura circa mezzo ettaro, sono stati attualmente realizzati tre saggi di scavo. Dopo una prima fase che aveva come obiettivo la determinazione dei limiti del deposito archeologico e l'individuazione sia in senso culturale che topografico delle problematiche presenti sul sito, l'attività si è indirizzata verso la completa rimozione del deposito archeologico su ciascun saggio. |
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4000 anni fa Durante le attività di scavo è stata individuata nel sito una stratigrafia che ha restituito frammenti ceramici pertinenti all'Età del Rame. Nella foto a fianco sono riportati i frammenti maggiormente riconoscibili. Dall'analisi dei frammenti si è verificata la loro pertinenza alla cultura di tradizione campaniforme così definita per la presenza, nelle produzioni ceramiche, di un vaso che ricorda la forma di una campana rovesciata. Per questa testimonianza, soltanto individuata ed ancora da indagare adeguatamente, non abbiamo al momento nessuna ipotesi che permetta di attribuirla ad una qualche attività specifica. Il ritrovamento riveste una particolare importanza per almeno due fattori. Innanzitutto è la prima segnalazione in questo territorio della presenza di questa fase culturale, in secondo luogo la localizzazione su altura ha un carattere di spiccata originalità rispetto alle modalità insediative attualmente riferibile a questi gruppi. |
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3000 anni fa Sul lato ovest della sommità è stata individuata una stratigrafia riferibile ad una fase avanzata del Bronzo Finale da attribuire alla cultura protovillanoviana. Il settore non è stato ancora completamente indagato ed al momento si sono individuati i resti di una struttura muraria, probabilmente con funzione di delimitazione dello spazio abitato, realizzata utilizzando blocchi accuratamente squadrati di alberese. Il recinto, al momento sono stati individuati solo due lati, misura 28x14m. ed ha uno spessore medio di circa un metro. All'interno della struttura sono stati individuati spazi di frequentazione non strutturati e nell'angolo nord (quello riprodotto nella foto) un muretto che addossato alla perimetrazione delimita uno spazio accuratamente sistemato. Attualmente l'ipotesi che i ricercatori hanno avanzato per spiegare questa presenza, riguarda la probabile pertinenza del gruppo alle attività di transumanza stagionale lungo il corso del fiume Ombrone. |
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2300 anni fa Il progetto di indagine sul sito è stato realizzato specificatamente per la fase pertinente alla cultura etrusca di età ellenistica. Si intendeva verificare in questo territorio la presenza di un tipo particolare di insediamento definibile come "Insediamento Fortificato d'Altura". Nella foto a fianco sono visibili gli elementi che hanno confermato tale ipotesi. Da Sinistra a destra si possono osservare: muri perimetrali di una abitazione, tratto curvilineo del muro di cinta, tratto curvilineo del terrazzamento. Al momento si è verificato che l'insediamento etrusco occupava l'intera sommità della collina, che risulta così modellata proprio per la presenza degli edifici etruschi. Fino ad ora si sono individuate tre abitazioni e si è appurato che l'abitato è stato fondato nella seconda metà del IV secolo a.C., probabilmente all'inizi dell'ultimo venticinquennio, e che è stato abitato fin verso la fine del III secolo a.C. Dell'abitato oltre alle case si conoscono numerose opere idrauliche, la porta di ingresso al villaggio, aree destinate alla forgiatura del ferro. |
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Archeologia Sperimentale In prossimità dell'area archeologica è stata allestita un'area dove dal 1995 si sta ricostruendo la fase protostorica del sito. Il significato di questa area è strettamente connesso con i valori della ricerca, è uno strumento irrinunciabile per trasmettere e diffondere le informazioni sul popolamento chiantigiano. Più in generale riteniamo che sia indispensabile che il ricercatore si impegni concretamente su questo aspetto poichè l'archeologia nelle sue metodologie e nelle sue potenzialità di spiegazione non è ancora una disciplina ben conosciuta dal grande pubblico. In breve con questa azione, che è oggi arrivata ad essere inserita in una programmazione regionale, si intende informare i cittadini, i genitori, gli insegnati, gli amministratori di come attraverso la ricerca archeologica sia possibile costruire, per il proprio territorio, un futuro più consapevole. Infine crediamo fermamente che attraverso una conoscenza meno generica dei metodi usati dall'archeologia per ricostruire le vicende di gruppi umani presenti in un determinato spazio geografico, si possa contribuire concretamente a formare utenti più consapevoli per le numerose aree archeologiche e musei presenti sul territorio nazionale. |
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Musealizzazione I materiali archeologici provenienti dall'area di Poggio La Croce non sono ancora adeguatamente musealizzati. E' possibile visitare una piccola esposizione presso il laboratorio della Memoria a Radda in Chianti. Tuttavia per tutto il territorio chiantigiano è in corso di realizzazione una rete museale all'interno del sistema museale della Provincia di Siena. La sede scelta per la presentazione della fase antica di occupazione del territorio avrà sede nel Comune di Castellina in Chianti dove dunque confluiranno anche i reperti provenienti da Poggio La Croce. |
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Programmi Europei Nell'Aprile del 1999 è stato presentato, nell'ambito del programma Raffaello, un progetto per il censimento e la diffusione sia dei risultati scientifici che di quelli legati alla conoscenza delle pratiche artigianali pertinenti ad insediamenti antichi localizzati in ambito rurale. La Cooperativa ArcheoProgetti figura fra i partners del programma ed ha contribuito alla stesura progettuale proprio grazie all'esperienza in realizzazione su questo sito archeologico pluristratificato. Il progetto giudicato ammissibile al finanziamento non è stato finanziato per mancanza di fondi sufficienti, tuttavia i partners sono intenzionati a sviluppare ulteriormente l'iniziativa. Chiunque sia interessato può contattarci al nostro indirizzo e-mail per ricevere ulteriori informazioni: archeoprogetti@dada.it . |
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Mese Per l'Archeologia del Chianti L'area archeologica è visitabile autonomamente utilizzando i testi presenti su due pannelli esplicativi; tra breve la didascalizzazione verrà potenziata con l'installazione del sistema ITAca che fornirà il visitatore di schede utilizzabili per una visita autoguidata. Nel mese di Ottobre di ogni anno, nell'ambito delle iniziative del mese per l'archeologia del Chianti, è possibile visitare il sito archeologico in concomitanza con lo svolgimento delle attività di ricerca. Durante l'anno sul sito si svolgono diverse manifestazioni legate all'archeologia sperimentale, per essere tempestivamente informati su occasioni particolari di visita o per prenotare una visita guidata si può contattare info@culturachianti.it |
Organizzazione Lo scavo archeologico è in concessione al Comune di Radda in Chianti, è di pertinenza territoriale per la Soprintendeza Archeologica della Toscana della Dott.ssa G.Carlotta Cianferoni, la direzione scientifica è affidata al Dott. Marzio Cresci della Cooperativa Archeoprogetti. I soci della stessa cooperativa eseguono, in collaborazione anche con altri professionisti, le attività di scavo, di didascalizzazione e diffusione dei risultati. Per questa ricerca c'è sempre stata un' attenzione particolare da parte di tutti i cittadini del Chianti, dei proprietari del terreno e anche una concreta disponibilità finanziaria da parte di numerosi operatori economici del territorio; dal 1994 è seguita con continuità dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico. Una consistente parte delle risorse necessarie è resa disponibile dalla stessa Cooperativa ArcheoProgetti con la specifica convinzione che la cooperazione nei beni culturali debba impegnarsi non soltanto a svolgere servizi ma anche a contribuire concretamente allo sviluppo della ricerca. |
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Per partecipare alle ricerche E' possibile prendere parte alle ricerche di scavo e di studio sul popolamento chiantigiano da parte di laureandi o laureati in archeologia o discipline attinenti. Programmi specifici possono essere realizzati anche per appassionati associati ad organizzazioni del volontariato. Per ogni informazione si può contattare la direzione scientifica presso la Cooperativa ArcheoProgetti, via Fabbiolle n.1, 50023 Impruneta (FI), e-mail archeoprogetti@dada.it |